Perché l’Inglese è la nostra lingua comune. Perché Vienna sarà la nostra Capitale.
L’Europa ha bisogno di simboli
Nessuna Nazione nasce senza un luogo che la rappresenti e una lingua che la faccia parlare. Per questo, la Repubblica Europea nascerà con una Capitale politica permanente e una lingua di cittadinanza comune. L’Unione Europea non è mai diventata una Nazione perché ha rinunciato a un centro simbolico e a un codice condiviso.
European Nation propone il contrario: un’unità visibile, concreta, vivente.
Vienna: la Capitale della Repubblica
Non costruiremo una capitale artificiale, né manterremo Bruxelles — una città senza anima politica, scelta solo per compromesso.
La Capitale della Nazione Europea sarà Vienna, e non per caso.
Perché Vienna? Fu capitale di un impero, ma non di un nazionalismo aggressivo: era il cuore di una città cosmopolita dove convivevano popoli diversi.
È centrale nel continente: crocevia tra mondo latino, germanico, slavo e danubiano. È simbolo di arte, civiltà e cultura mitteleuropea, non egemonica ma condivisa. È una città bella, vivibile, profonda, non finanziaria né tecnocratica. È capitale di uno stato che potrebbe diventare un “Distretto Capitale” senza traumi.
Vienna non è il centro geografico dell’UE. È il cuore simbolico di un’Europa che vuole diventare Stato.
L’Inglese: lingua della cittadinanza europea
Scegliere una lingua comune è difficile. Non scegliere è peggio.
La Repubblica Europea parlerà una sola lingua nei suoi atti ufficiali, nelle istituzioni, nei media nazionali e nelle scuole civiche.
Quella lingua sarà l’Inglese.
Perché l’Inglese?
Non è la lingua di nessuna grande nazione UE: dopo la Brexit, non appartiene più a un membro dominante. È diventata la lingua di tutti, non di qualcuno.
È già parlato e studiato dalla stragrande maggioranza dei giovani europei. È la lingua franca globale di economia, tecnologia, diplomazia e scienza. È una lingua di sintesi, diretta, adatta alla comunicazione moderna.
Come verrà usato?
Sarà la lingua di cittadinanza: ogni cittadino dovrà saper leggere una legge, scrivere a un’istituzione, parlare in assemblea.
Verrà insegnato in tutte le scuole pubbliche, con obiettivi comunicativi, non accademici.
Sarà la lingua delle votazioni, dei testi normativi, dei documenti civici — sempre affiancata dalle traduzioni ufficiali nelle lingue locali.
Le lingue nazionali e regionali non verranno cancellate
La lingua comune è un ponte, non una gabbia. Le lingue locali saranno tutelate e co-ufficiali nei territori di appartenenza. Ogni cittadino potrà vivere, lavorare e crescere nella sua lingua madre. Ogni scuola insegnerà tre lingue: la lingua locale, l’inglese civico più una terza lingua europea a scelta.
Un contadino in Bretagna continuerà a parlare bretone, un pastore in Transilvania continuerà a parlare rumeno.
Ma se vorranno parlare tra loro, avranno una lingua comune che li unisce.