L’ingresso e l’uscita dalla Repubblica d’Europa
Una patria si sceglie
La Repubblica d’Europa non è un club esclusivo né una fortezza chiusa.
È una patria viva, che cresce accogliendo popoli pronti a condividere un destino comune di libertà, democrazia e giustizia.
Entrare non è un calcolo economico. È un atto solenne di appartenenza.
Restare non è un obbligo. È una scelta rinnovata ogni giorno dai cittadini.
Come si entra
Ogni popolo che desidera diventare parte della Repubblica deve:
- Abbracciare i principi democratici e lo Stato di diritto senza eccezioni.
- Accettare la moneta comune e la Costituzione della Repubblica.
- Cedere senza riserve le competenze indivisibili:
Difesa
Politica estera
Politica economica strategica
Nessuna deroga. Nessun trattamento speciale.
Chi entra non firma un contratto: diventa Nazione.
Come si esce
La Repubblica è unione volontaria. Nessuno sarà mai trattenuto con la forza.
Ma chi decide di andarsene deve sapere che si tratta di un atto grave, un divorzio definitivo.
L’uscita avverrà così:
- Referendum nazionale con voto popolare.
- Convalida dell’Assemblea Europea.
- Transizione ordinata di cinque anni, per sciogliere assetti politici ed economici.
- Restituzione di ciò che appartiene a tutti: infrastrutture comuni, fondi, contributi ricevuti.
Chi lascia la Repubblica non porta via nulla che sia del popolo europeo intero.
Fusione, non coabitazione
A differenza dell’Unione Europea, la Repubblica non conosce “paesi partner” o “opt-out”.
Ogni nuovo ingresso è una fusione piena, un atto di nascita comune.
Dentro: un solo popolo, una sola sovranità.
Fuori: Stati amici, ma non cittadini.
Una scelta irreversibile
Chi entra nella Repubblica d’Europa sceglie di appartenere per sempre a una nazione comune.
Chi esce, rinuncia a quella patria.
Non più coabitazione, ma Nazione.
Non più compromessi, ma destino.