Perché la Repubblica Unitaria Europea non cancella le culture — le celebra
L’Europa non è un mercato né un algoritmo di regole: è una madre di popoli.
Ogni nazione, ogni lingua, ogni memoria ha le sue radici qui. L’Europa che vogliamo costruire non uniforma, ma unisce: unità di sovranità, pluralità di identità.
I principi della convivenza europea
- Identità plurale, sovranità unica
Ogni popolo conserva la sua lingua, i suoi simboli, la sua memoria. Ma tutti partecipano alla stessa cittadinanza politica. - Un Senato dei Popoli
Un organo costituzionale che garantisce la voce di ogni identità europea, così che nessuna legge possa cancellare la storia di un popolo. - Lingua comune + lingue vive
Una lingua civica per capirci tutti. Ma le lingue locali restano protette, insegnate, usate nei media e nelle istituzioni del territorio. - Educazione alla doppia memoria
Ogni bambino europeo imparerà sia la storia comune del continente, sia la storia del suo popolo, perché solo conoscendo entrambe si diventa cittadini completi. - Autonomia culturale reale
I territori avranno potere su cultura, scuola, tradizioni, feste: perché l’identità si vive ogni giorno, non si conserva nei musei.
Perché serve questo patto
Coesione sociale: nessuna Repubblica regge se calpesta le radici dei suoi figli.
Legittimità politica: un potere che riconosce e protegge è più forte di un potere che impone.
Resistenza culturale: in un mondo che livella tutto, le culture locali sono la difesa dell’anima europea.
Una madre che accoglie
La Repubblica d’Europa non sarà mai una matrigna che impone silenzio.
Sarà una madre che guarda ogni figlio negli occhi, riconoscendo la sua differenza come parte della sua stessa forza.
Questa è la promessa: una Nazione Europea fatta di culture vive, non di ombre spente.